Karl Marx, il filosofo di Treviri



Il personaggio
Nato a Treviri il 5 Maggio del 1818, Karl Marx ebbe una vita particolare rispetto a quella dei filosofi che lo hanno preceduto. Operaio, economista e storico, non può di certo considerarsi un abbiente e forse a partire dalle sue condizioni sociali nasce il cambiamento totale della filosofia da lui apportato. Marx era un lavoratore e ha toccato con mano i disagi della classe operaia. Morto nel 1883, è molto significativa la dedica sulla sua tomba: “A colui che ha difeso i diritti dei lavoratori nella teoria e li ha fatti valere nella pratica”.


“Differenze tra la filosofia della natura di Democrito e quella di Epicuro” (1841)
Dalla tesi di laurea di Marx, inerente le divergenze filosofiche tra la corrente democritea e quella epicurea, si desume l’impostazione pragmatica della speculazione marxista. Epicuro infatti, con la sua teoria materialista del quadri farmaco, si proponeva di togliere la paura. Marx invece parla di filosofia destinata a scendere nel mondo: come Prometeo ha rubato il fuoco agli dei per darlo agli uomini, così la filosofia che è fuoco e quindi sapienza deve mettersi alla mercè degli uomini.
In sintesi, soltanto con lo scendere della filosofia nel mondo avremo il divenire della filosofia del mondo e il divenire mondo della filosofia. Quest’ultima è prassi, concretezza: gli uomini devono farne uso non soltanto a livello ideale ma pratico.

“Critica alla filosofia del diritto di Hegel” (1843)
Secondo Marx, la filosofia di Hegel soffriva di determinati difetti che vengono criticati:
1.      Misticismo logico: nella filosofia hegeliana, il maestro Hegel parla di idea che si evolve con procedimento logico (tesi, antitesi, sintesi). L’idea tuttavia rimane astratta: non si vede, ed è evoluzione astratta. Il diritto (categoria dello spirito oggettivo) è oggetto quindi di un misticismo logico, in quanto divenire di un’idea mistica.
2.      Stratagemmi: la filosofia hegeliana è caratterizzata da stratagemmi. Ciò che noi vediamo è la manifestazione dell’idea, e dobbiamo soltanto giustificarla. Gli eventi storici sono semplici manifestazioni delle idee, che rispondono all’uguaglianza tra l’essere ed il dover essere. Hegel ha il difetto di giustificare ciò che avviene senza contestare alcuna manifestazione. Gli aspetti negativi non vengono contestati ma giustificati: la filosofia è così ridotta ad uno stratagemma che non analizza a pieno eventi sociali e politici (semplici manifestazioni).
3.      Constatare: avere la consapevolezza di qualcosa (constatare) è diverso da giustificare (dare motivazioni inerenti al passato). Prendendo in esame un periodo storico e constatati i suoi caratteri, è possibile cambiare il presente. Pertanto è meglio constatare che giustificare poiché c’è la possibilità di avere una svolta.
4.      Dialettica: la critica parte dal presupposto che il procedere dialettico è importante e non può essere astratto come quello di Hegel. Marx lo “capovolge dalla testa ai piedi”. Se la dialettica termina sempre con una sintesi, adesso questa sintesi è vista come mera giustificazione. Non porta a nessuno sconvolgimento del sistema e quindi non ha senso perché se abbinata,ad esempio, con un evento storico ratifica soltanto un presente nuovo sulle ceneri del vecchio passato (giustificato). In altri termini, l’aufhebung in Marx non è conservazione ma soltanto superamento. L’errore di Hegel è quello di “cambiare il predicato con il soggetto”: il filosofo maestro fa vedere come predicato ciò che dovrebbe essere soggetto.
Esempio: La natura (soggetto) è l’evoluzione (predicato) dell’Idea.
Aldilà dell’analisi logica, l’idea è più importante della natura, infatti nella realtà noi viviamo la manifestazione dell’Idea e non di certo l’Idea astratta. Questa critica verrà ripresa ed ampliata in un’altra opera, la “Sacra Famiglia”
In conclusione, la sintesi per Marx è sconvolgimento e rivoluzione. Per il maestro Hegel invece era soltanto una riaffermazione per poi procedere con una nuova tesi.
“Sacra Famiglia” (1845)
Nell’opera intitolata “Sacra Famiglia” del 1845 Marx fa il classico esempio dell’idealista e del materialista. Se un materialista andasse al mercato e si trovasse a contatto con delle mele, non esiterebbe nel definirle semplici mele e nel quantificarne il necessario da acquistare. Al contrario, un’idealista vedrebbe prima il frutto e quindi il concetto. L’intento dell’opera è quello di affermare il compito di Marx: riportare al concreto il sistema hegeliano.

“Annali franco-tedeschi” (1844)
Negli annali marxisti c’è un confronto tra l’uomo greco e quello moderno. L’uomo della polis non sente differenza alcuna tra l’Ego privato e quello pubblico, dal momento che non c’è scissione tra la sfera pubblica e quella privata. Un’intimità di fondo con la natura consente un’affermazione della wesen (essenza) e di conseguenza la vita è vissuta meglio in uno stato di maggiore felicità.
L’uomo moderno invece avverte la scissione tra individuale e statale. Lo stato borghese ha dei caratteri distintivi negativi:
·         Sottolinea e difende la proprietà privata
·         Predica un’uguaglianza che in realtà non c’è (assenza di fraternità)
·         La tutela del singolo è sempre e comunque connessa al privato
·         La libertà è solo “apparente”: non sempre si è liberi di esprimersi
·         La proprietà privata divide, nello stato moderno, operaio e borghese.
La colpa della società borghese è quella di aver evidenziato maggiormente l’AVERE rispetto all’ESSERE. L’unica via di fuga è abolire la proprietà privata, per far recuperare all’uomo se stesso e la sua identità. Il mezzo per fare ciò è la rivoluzione: attuata dal proletariato, deve tendere ad una democrazia totale e concreta individuabile nel comunismo. Quest’ultimo rispolvera quel wesen necessario a migliorare le condizioni di vita dell’uomo.

“Manoscritti economico-filosofici” (1844)
In quest’opera è esplicata per la prima volta l’alienazione operaia. Marx definisce l’alienazione come estraniazione e decadimento: soltanto scissione. E’ una presa di posizione diversa da Hegel (che parlava di decadimento e potenziamento insieme) e diversa da Feuerbach che se ha avuto il merito di associare per la prima volta l’alienazione all’uomo, ha tuttavia elaborato un qualcosa di astratto. L’alienazione è soltanto spirituale ed è provocata dalla scissione tra lavoro salariato e capitale. L’operaio è estraniato:
·         Rispetto al prodotto, che non gli appartiene
·         Rispetto al prossimo, che è il capitalista e lo sfrutta
·         Rispetto al lavoro, che non è più creativo ma soltanto meccanico e priva della libertà
·         Rispetto al wesen
Marx definisce il lavoro come manifestazione dell’uomo. L’essere umano è diverso dall’animale non solo perché parla, costruisce, ha le armi ma soprattutto perché lavora e riesce a soddisfare i bisogni di sussistenza da solo. Con il lavoro si crea il rispetto, si portano avanti rapporti sociali: in altre parole “l’uomo è il lavoro che fa”.

Rapporto Hegel-Marx nei manoscritti
La dialettica schiavo-padrone è vista di buon occhio da Marx perché con questa figura Hegel ha dato importanza al lavoro, affermando che lavorare emancipa a livello coscienziale. Il rapporto con gli altri è oggetto di analisi: come per Hegel si creano rapporti sociali tramite lo scontro di coscienze. Tuttavia la critica mossa al maestro riguarda ancora una volta il suo astrattismo: la supremazia morale dello schiavo, asserita nella dialettica, non sempre sarà concreta. Al contrario è di difficile realizzazione. E’ più necessaria una rivoluzione pratica.

 “Tesi su Feuerbach” (1845)
Nelle sue tesi riguardo Feuerbach, il Nostro attribuisce meriti e demeriti all’altro esponente della
sinistra hegeliana. Feuerbach ha avuto il merito di parlare dell’uomo, superando Hegel che lo riduceva ad espressione dello spirito. Tuttavia Marx non può esimersi dal sottolineare anche il grande demerito del collega: ha dato importanza all’essere umano ma senza integrarlo in un contesto sociale. L’uomo vive nella società ed è quindi impossibile non inserirlo in essa.

Differenze e meriti di Hegel e Feuerbach
Marx “corregge Feuerbach con Hegel ed Hegel con Feuerbach”. Feuerbach ha parlato di uomo e quindi ha spostato l’attenzione sul grande assente della speculazione hegeliana ma non l’ha inserito in un contesto sociale. Dal canto suo invece Hegel, pur non parlando di uomo, può virtualmente considerarsi una correzione di Feuerbach visto che parlava di società civile come incontro e scontro dei bisogni individuali. Marx in conclusione rappresenta la sintesi perfetta e pratica, coincidenza dei meriti dei suoi due predecessori.

Critica a Feuerbach riguardo la Religione
Anche Feuerbach parla di alienazione associata all’uomo. Il discorso di Religione invece, viene approfondito da Marx che di distacca dal suo contemporaneo: la religione non è un prodotto dell’uomo, è solo un frutto malato di una società malata. Più che prodotto è quindi l’oppio dei popoli, aliena ancora di più l’uomo.
La società non è formata dagli operai ma dalla borghesia. La religione risponde alle esigenze borghesi che hanno la necessità di dare l’oppio ai popoli per sollevarli e tranquillizzarli. E’ più comodo avere un proletariato tranquillo che rivoluzionario.

L’ideologia tedesca (1846) scritta con Engels
In collaborazione con l’imprenditore Engels, quest’opera del 1846 si occupa di definire ideologia, materialismo storico, struttura e sovrastruttura.

Ideologia e Praxix
L’ideologia è vista come una rappresentazione falsa della società borghese. E’ basata su un’idea inevitabilmente tratta dalla società dominante. Per Marx è quindi fondamentale lottare contro l’ideologia per capire la verità e smascherare il falso. Proprio per questi intenti la filosofia marxista si definisce scientifica: analizza il fenomeno storico e la praxix (il senso pratico).
Ogni ideologia nasconde una problematica che va ricercata guardando la realtà con sospetto: il Nostro insieme a Freud e Nietsche sarà considerato “maestro del sospetto”. Dietro l’apparente realtà c’è la verità, in mano alla società borghese.

Materialismo Storico
La storia con e prima di Hegel è fatta di idee. Secondo Marx, invece, non va vista in modo idealistico ma in chiave pratica; non è fatta di passioni ma di bisogni. Prendendo in esame la Rivoluzione Francese, può essere filtrata in diverse ottiche: è senz’altro affascinante quella idealistica, con la libertà e l’uguaglianza a muovere i rivoluzionari. Ma oltre il senso traslato c’è il risvolto pratico: la fame del popolo, i bisogni disperati, la materialità che solo una filosofia pratica (praxix) può svelare.
E’ il cosiddetto Materialismo Storico: la storia non si evolve tramite idee ma attraverso un movente materialistico che è l’Economia (influente su ideali, politica, religione).

Struttura e Sovrastruttura
La storia è organizzata intorno ad una struttura: l’Economia. Essa è costituita da forze produttive (uomini, conoscenze e mezzi) e da rapporti di produzione (che hanno come protagonisti gli uomini in ambiente lavorativo).
Forze produttive:
·         Uomo: operaio
·         Conoscenze: invenzioni tecniche e sapere
·         Mezzi: macchine industriali
La struttura influenza tutto compresa la Sovrastruttura, che è tutto ciò che sa intorno e si fa influenzare dalla struttura. Comprende stato, chiesa, educazione ed è subordinata all’economia. Il rapporto struttura-sovrastruttura è di dipendenza.
Diversa questione è quella del nesso tra forze produttive e rapporti di produzione: si tratta in questo caso di un rapporto duplice di corrispondenza e contraddizione.
·         Le forze produttive corrispondono ai rapporti di produzione e viceversa.
·         La forza produttiva è antecedente, in senso virtuale, ai rapporti di produzione perché li influenza: è contrapposizione.

Evoluzione della Storia
L’ideologia tedesca, nel suo esplicare l’alternarsi dialettico tra corrispondenze e contraddizioni, prevede un’evoluzione della storia in cinque fasi. Non è detto che la civiltà le attraversi tutte, ma rappresentano comunque un cammino tipico:
·         Fase Asiatica
·         Fase antica
·         Fase feudale
·         Fase Borghese
·         Fase Comunista
Quest’ultima non è una fase ideale ma un movimento reale. Porta all’abolizione dello stato di cose attuali, e quindi all’estinzione statale e alla proprietà privata.

Confronto dialettico Hegel - Marx
Hegel
Marx
Dialettica astratta
Dialettica concreta
Oggetto è lo Spirito
Oggetto è la Struttura
Le opposizioni sono astratte (schiavo-padrone). Coscienza, idea e loro evoluzione sono astratte.
L’economia e l’uomo sono simbolo del pragmatismo filosofico.
L’idea che diviene spirito si contrappone alla concezione materialistica della storia e al concetto di struttura: proprio nella dialettica risiede la prova più eloquente del capovolgimento operato da Marx.

“Manifesto del Partito Comunista” (1848)
Pubblicato a Londra, scritto insieme ad Engels, nel 1848: è un’opera su commissione della Lega dei Comunisti di Londra. Si può idealmente dividere in tre filoni principali: l’analisi della società borghese, la lotta di classe costituente della storia e la critica ai socialismi.

Analisi della società borghese
La società borghese è innanzitutto dinamica: dopo l’Illuminismo, toccando il clou con la Rivoluzione Francese, la borghesia si è dimostrata estremamente versatile. Marx per concretizzare il piano dell’opera analizza l’ascesa e la storia della società borghese.
I valori di uguaglianza, libertà e proprietà privata hanno caratterizzato questo decorso storico consentendo alla borghesia di acquisire importanza e cambiare l’economia per la propria emancipazione. Il capitale da investire è un’altra testimonianza di un dinamismo che è politico, sociale, antropologico e soprattutto economico. I valori a cui si rifà la borghesia sono “ipocriti”, come lo è l’etichetta. Del resto la società borghese nasce dalle ceneri di quella aristocratica.

Classi e Contraddittorietà
Se il ceto è un’estrazione sociale, la classe è invece un termine coniato da Marx. La borghesia ha creato da sé la classe dei propri becchini: quella operaia. Se infatti il dinamismo della società borghese può portare addirittura alla rivoluzione, dall’altro lato gli operai sono stati riuniti nelle fabbriche dove subendo alienazione e consolandosi con la Religione producono contraddittorietà e coltivano velleità rivoluzionarie coerentemente con quanto espresso dalla dialettica schiavo-padrone. E’ dimostrato quindi che la rivoluzione può cambiare la vita e l’esistenza di un uomo: da qui il motto “Proletari di tutto il mondo unitevi!”.

Le fasi della Rivoluzione
1.      Rivoluzione
La rivoluzione operaia ha il compito di stravolgere gli equilibri in vista del cambiamento radicale.
2.      Dittatura del Proletariato
L’abolizione della proprietà privata porterà ad una naturale inutilità dell’apparato statale.
3.      Estinzione (naturale) dello Stato
Lo Stato è una sovrastruttura, che nel momento in cui si abolisce la proprietà privata subisce un cambiamento connesso al cambio di strutturo. Non ha più motivo di esserci ed è proprio questo l’intento della dittatura provvisoria.
4.      Anarchia
Diversa da quella senza regole di Bakunin, è formata da “uomini nuovi” che lavorano per servire tutti con un lavoro creativo che rispetta il wesen.

Società comunista
Il Comunismo marxista non è rozzo: non crea vendetta e non commette errori. In primis non viene ripetuta la falsità di fondo sull’uguaglianza: non è vero che siamo tutti uguali e il Comunismo ha come prerogativa quella di rispettare la diversità naturale. La comunanza dei beni, invece, provoca risentimenti e snatura l’uomo in maniera rozza. Quello di Marx è un Comunismo autentico: ognuno secondo le sue capacità e ad ognuno secondo i propri bisogni.
La società non può ammettere il privato, contempla il baratto e tiene conto delle naturali divergenze tra gli uomini che compongono la sfera sociale.

Storia Costituita dalla lotta di classe e critica ai Socialismi
La Storia è costituita da una lotta di classe che caratterizza gli eventi e si serve della rivoluzione. Ben più aspra è invece la critica di Marx nei confronti dei socialismi del tempo:
·         Critica al Socialismo Reazionario: i socialisti criticano la società borghese ma non vogliono cambiare la situazione con una rivoluzione. Il loro obiettivo sta nel tornare indietro nel tempo rispolverando strutture economico-politiche del passato.
·         Critica al Socialismo Borghese: capeggiato dal leader Proudhon, analizza la società capitalista senza abolire la proprietà privata. Viene predicata soltanto una distribuzione equa della proprietà senza l’effettiva abolizione.
·         Critica al Socialismo Utopico: dei leader Owen, Fourier, Saint Simone viene criticato il loro mettere in luce le aporie della società borghese proponendo modelli utopici come risoluzione. La società non corretta materialmente viene soltanto traslata su un piano ideale senza contemplare la rivoluzione. In particolare Fourier propone una società agricola, Owen un’equità dei salari e Saint Simon una meritocrazia.

“Il Capitale” (1867)
Il sottotitolo dell'opera, Critica dell’economia politica, evidenzia chiaramente la contrapposizione esplicita di Marx all’economia politica di stampo liberista all'epoca dominante. Viene analizzato il sistema capitalistico per capire come sia nato e come si sia sviluppato. Le caratteristiche delle diverse società storicamente esistite dipendano dai mezzi di produzione e dalle tecniche produttive utilizzate, nonché dei rapporti sociali di produzione. E’ importante anche apprendere il significato di sigle “economiche”: MDM (merce denaro merce) e DMD (denaro merce denaro).

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