"Noi, le ragazze degli anni ‘60" : Grazia Scuccimarra protagonista al Teatro Artemisio di Velletri

Indomita, aggressiva, impertinente, ironica, arguta e coinvolgente Grazia Scuccimarra ripropone il suo classico “Noi, le ragazze degli anni ‘60”, uno spettacolo oggi compie trentatre anni e ha al suo attivo più di duemila repliche. E dunque a cosa è dovuto tanto successo? Senza ombra di dubbio alla sua creatrice. Grazia Scuccimarra, attrice comica di straordinaria intelligenza e cultura, sa come prendere il suo pubblico, lo travolge con la sua verve, con la sua maliziosa analisi su i pregi e i difetti di chi ci circonda, con la sua critica spietata della politica e della società.
Ma sempre in modo gradevole ed attraverso un esilarante e serrato dialogo con il pubblico, che la adora, si riconosce nelle tante situazioni che racconta, si sbellica dalle risate. Ma chi erano le ragazze dei Sessanta e in cosa erano diverse da quelle di oggi? Certo parliamo di un periodo del dopoguerra, allegro, spensierato e onesto in confronto a questo abbastanza sguaiato e volgare. E le ragazze sono evidentemente diverse; il filo conduttore dello spettacolo si snoda dall’adolescenza delle ragazze degli anni ’60 fino ai giorni nostri, con un interrogativo costante: che fine hanno fatto le ragazze degli anni ’60? Ed è qui che la Scuccimarra si sbizzarrisce nel ripercorrere il loro modo d’essere giovani, amare, vestire, studiare, sognare, atteggiarsi, fare politica e muoversi nel sociale, in un continuo ed esilarante confronto con i tempi attuali. “…Come una frustata, la parola e i gesti della protagonista si abbattono sui personaggi e sulle vicende degli anni sessanta…”. Ciò che caratterizza lo spettacolo è sicuramente l’attualità dei temi, “…lo scopo della Scuccimarra era di mettere alla berlina della comicità la condizione sottomessa della donna, che poi è riuscita a liberarsi, almeno in parte, da un dominio che a pensarci bene mortificava più l’uomo…”. Tutto ciò la Scuccimarra ce lo presenta servendosi di una fine satira e rifuggendo da volgarità e da contestazioni banali.

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